Otto anni sono passati e il consiglio di amministrazione della Play Pals Toys rievoca la vicenda di Andy Barclay che aveva portato quasi sul lastrico la ditta con le accuse contro uno dei loro pupazzi “Tipo Bello” (traduzione di “Good Guy”). Adesso, visto il tempo trascorso, gli amministratori ritengono di rimettere in circolazione il bambolotto. Sullivan (Peter Haskell) in persona avalla la decisione. Ma è proprio Sullivan la prima vittima di Chucky, resuscitato e tornato in azione. Chucky, sempre con il pensiero fisso di uscire dal corpo del bambolotto, cerca Andy (Justin Whalin) che adesso è un sedicenne che frequenta una scuola militare. Il sergente Botnick (Andrew Robinson) gli taglia i capelli alla marine: la cosa lo turba, ma è nulla in confronto all’arrivo di Chucky che ben presto mette scompiglio nel clima ordinato, ma per nulla allegro della scuola militare. Ulteriore calo qualitativo per la serie del bambolotto diabolico che non trova certo linfa adeguata nella banale ambientazione nella scuola militare con grande profluvio di luoghi comuni concernenti ufficiali antipatici e prevaricatori, grandi urlate a base di “Non sento il tuo nome, dillo più forte”, “Barclay, SIGNORE!”, soprusi vari, flessioni inflitte per punizione, canzoni militari, esercitazioni e altre amenità del genere. Chucky è sempre più banale e prevedibile e le sue malefatte si confondono nell’ambiente per nulla positivo della scuola. I personaggi sono poco interessanti e interpretati da un cast modesto nel quale si fa notare solo Andrew Robinson (#Vedi#Helraiser) nei panni di un fanatico sergente barbiere. Ancora in calo gli incassi lordi mondiali che superano di poco i 20 milioni e mezzo di dollari. Il capitolo successivo è #Vedi#La sposa di Chucky.
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