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mercoledì 2 marzo 2011

La bambola assassina

Chicago. Lo spietato pluriomicida Charles Lee Ray (Brad Dourif), braccato e mortalmente ferito dal poliziotto Mike Norris (Chris Sarandon), si rifugia in un negozio di giocattoli e muore su una pila di popolari bambolotti “Good Guy” pronunciando un rituale magico che gli consente di trasferire la sua anima in uno di essi. Di mattina presto, Andy Barclay (Alex Vincent) si sveglia entusiasta per scoprire i regali per i suoi sei anni ed è deluso di non trovarvi il bambolotto che desiderava, della serie “Good Guy”. La comprensiva mamma Karen (Catherine Hicks) riesce a procurarsene uno a buon prezzo e lo porta ad Andy che, entusiasta, lo battezza Chucky. Quella sera, Maggie (Dinah Manoff), amica di Karen, fa da babysitter ad Andy e, quando il piccolo è a letto, va a controllare sentendo dei rumori, ma è aggredita e precipita dalla finestra. Norris si occupa del caso, ma il colpevole è Charles Lee Ray in versione bambolotto e non è molto facile capirlo né crederci. Scritto da Tom Mancini e diretto da Tom Holland è un film che riesce a creare un “cattivo” abbastanza riuscito, grazie anche a discreti effetti speciali, ma non riesce a costruirgli intorno una vicenda che sia qualcosa di più di una routine giocata con cura. L’ottima performance vocale di Brad Dourif viene naturalmente persa nel doppiaggio italiano, ma Chucky sprigiona comunque una sana cattiveria che mantiene il film su buoni livelli di intrattenimento. Tom Holland (1943) punta a generare un clima da moderna fiaba horror, dando spazio alla solitudine del bambino e al suo ambiguo rapporto con Chucky e tratteggiando con attenzione la figura sensibile e preoccupata della mamma, interpretata con bravura da Catherine Hicks. Compatto e vivace, è un ottimo successo di pubblico raggranellando oltre 44 milioni di dollari lordi di incasso nel mondo a fronte di un budget di nove.
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